Sanità e previdenza: il futuro del welfare secondo i consumatori italiani

I cambiamenti nel settore previdenziale e sanitario cui abbiamo assistito negli ultimi tempi richiederanno, soprattutto alle giovani generazioni, nuovi sacrifici: diventa quindi interessante capire quali sono le speranze e le preoccupazioni dei consumatori italiani.

L’esigenza di rendere compatibile la spesa sociale con un adeguato livello di competitività economica ha avuto un forte impatto sul sistema di welfare che oggi è davanti a un bivio: imboccare la strada della revisione per adeguarsi al nuovo scenario e conservare la propria funzione di motore principale della promozione sociale ed economica, oppure avviarsi verso il declino accettando un ruolo marginale incapace di soddisfare efficacemente i bisogni della popolazione.

Partendo da queste premesse, l’Unione Nazionale Consumatori ha realizzato il sondaggio online dal titolo Sanità e previdenza: più o meno tasse per il futuro?

Rispondendo alla domanda “Come è possibile mantenere un adeguato livello di assistenza sanitaria pubblica” un italiano su tre suggerisce di ricorrere a forme assicurative integrative. Dato che dimostra come una buona fetta di popolazione sia molto interessata all’assistenza sanitaria complementare.

Il 61% del campione ha affermato di essere “molto o abbastanza favorevole a pagare direttamente i servizi di cui ha bisogno se lo Stato riducesse le tasse”. Questo significa che gli italiani sono tendenzialmente propensi all’introduzione di vantaggi fiscali per alcuni strumenti assicurativi (polizze sanitarie, iscrizioni a mutue sanitarie, polizze long term care, pensioni integrative, ecc) e sulla possibilità di dedurre fiscalmente alcune spese per il welfare (badante, baby sitter, ecc.).

L’85% dei consumatori desidera, comunque, che lo Stato conservi il monopolio dei servizi fondamentali, così sintetizzando la “voglia di welfare” e “la capacità di resistenza” (resilience) della società che si contrappone ad ipotesi di “taglio” dei servizi. Gli italiani sembrano in ogni caso consapevoli dell’incertezza tipica della situazione attuale: alla domanda sul futuro della copertura del servizio sanitario pubblico, infatti, il 46 % degli intervistati risponde che “si aspetta di dover pagare di più per ottenere i servizi attuali“, mentre il 26% si rassegna ad “accettare un ridimensionamento dei servizi della salute e della pensione”.