Nuovo Codice degli Appalti: niente piu’ gare al massimo ribasso

Via libera al nuovo Codice degli appalti. No alle varianti in corso d’opera che gonfiano il costo delle opere pubbliche e niente gare al massimo ribasso, che mettono a rischio la qualità dei lavori. Sono queste alcune novità contenute nel decreto, approvato dal Governo, che riordina la disciplina in materia di contratti pubblici, servizi e forniture e concessioni.

Il nuovo Codice degli appalti contiene criteri di semplificazione e snellimento delle norme. Basti pensare che il numero degli articoli sono scesi da 600 a 217 e che in un unico testo saranno recepite tre direttive europee.

Il nuovo codice si configura come una disciplina auto applicativa e non prevede più regolamenti di esecuzione e attuazione.

Il Codice persegue la qualità e punta a ridurre il ricorso a varianti in corso d’opera, ossia le voci che gonfiano i costi. Per quanto riguarda il contraente, sarà scelto in base all’offerta economicamente più vantaggiosa (l’abbinata di offerta economica e offerta tecnica), superando così il meccanismo del massimo ribasso.

La nuova disciplina riforma anche la vecchia legge Obiettivo, tramite sia meccanismi di programmazione sia di richiamo all’applicazione di procedure ordinarie.

Novità importante anche in materia di rischi in carico ai privati: lo Stato non sarà più garante in caso di perdite. Tanto che le nuove concessioni saranno contratti caratterizzati dal rischio operativo in capo al concessionario in caso di mancato ritorno economico. A favore della concorrenza è introdotto il documento di gara unico europeo.

Si prevede poi la graduale digitalizzazione delle gare, si disciplina il Partenariato pubblico privato (PPP) come disciplina generale autonoma e a sé stante, quale forma di sinergia tra poteri pubblici e privati per il finanziamento, la realizzazione o la gestione delle infrastrutture o dei servizi pubblici, affinché l’amministrazione possa disporre di maggiori risorse e acquisire soluzioni innovative.

Si rivisita profondamente il ruolo del general contractor: per farvi ricorso la stazione appaltante dovrà fornire un’adeguata motivazione, in base a complessità, qualità, sicurezza ed economicità dell’opera. Si vieta al general contractor di esercitare il ruolo di direttore dei lavori. Per ridurre il contenzioso, infine, si prevede un rito speciale in camera di consiglio del Tar.