Nasce una nuova occasione di contrasto che separa l’Europa occidentale da quella orientale, all’interno di un settore strategico come quello degli autotrasporti.
Infatti, i ministri dei Trasporti di otto Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno chiesto nelle scorse settimane alla Commissione Europea di attuare misure contro la concorrenza sleale e le pratiche abusive nel trasporto merci su strada.
La divisione tra le due parti dell’Unione Europea si è manifestata in modo formale quest’anno, quando un gruppo di dieci Paesi orientali, con in testa la Polonia, ha chiesto alla Commissione Europea di condannare le norme contro il dumping sociale degli autisti attuate da Germania e Francia. La Commissione ha risposto positivamente, aprendo una procedura d’infrazione contro i due Paesi.
I governi di Francia e Germania non hanno però ancora modificato le loro normative sull’applicazione del salario minimo per gli autisti stranieri, anzi il ministro dei Trasporti francese, Alain Vidalies, ha ribadito che non farà alcun passo indietro. E la sua posizione è sostenuta da altri sette Paesi europei che hanno costituito un fronte a favore delle normative contro il dumping sociale.
In una lettera indirizzata alla Commissione Europea, il ministro dei Trasporti francese – insieme ai colleghi di Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Italia, Lussemburgo e Norvegia – chiede di affrontare le questioni che riguardano gli aspetti sociali e la sicurezza, derivanti dall’abuso e dalla forte concorrenza nell’autotrasporto, dove le attività illegali, l’emergere di società di copertura e le pratiche commerciali sleali sono sempre più frequenti.
I ministri ritengono che sia necessario “attuare strumenti importanti per contrastare queste pratiche abusive”.
Tra le norme in vigore la lettera ne cita una dell’ordinamento normativo francese. Ovvero, il divieto di svolgere il riposo settimanale degli autisti nella cabina del camion. I ministri ritengono che un provvedimento fondamentale sia l’istituzione di norme sociali omogenee in tutta l’Unione, che devono essere un presupposto indispensabile per proseguire il processo di liberalizzazione dell’autotrasporto.
Un altro punto è l’attuazione di regole per fermare la nascita di società di copertura e per impedire l’uso di veicoli leggeri, che non sono sottoposti alle norme sui tempi di guida e sul cabotaggio stradale, nel trasporto internazionale (come avviene in modo massiccio in diversi Paesi occidentali, compresa l’Italia).