L’INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE AUMENTA IL RISCHIO DI NON AUTOSUFFICIENZA: IL RUOLO DELL’ASSISTENZA SANITARIA

L’altra faccia della medaglia di una vita più lunga, è il timore di trascorrerne una parte in condizioni di sofferenza, di non autosufficienza, e anche di non ottenere le cure e le attenzioni necessarie per affrontare al meglio malanni e invalidità. Passando dal punto di vista individuale a quello collettivo, è stato evidenziato già da tempo un rischio riguardo alla sostenibilità di lungo periodo dei sistemi sanitari, in relazione al fatto che nel futuro la quota di anziani sulla popolazione sarà più alta e dunque, prevedibilmente, si dovrà far fronte a una più elevata prevalenza di patologie, soprattutto croniche, e a un’ingente crescita delle esigenze di cura dei cittadini – sia sanitarie, sia assistenziali – con conseguenti riflessi sulla spesa per la salute, pubblica e privata.
Il quadro risulta aggravato, dal punto di vista sociale, dal vuoto di assistenza lasciato dalla scomparsa della tradizionale “famiglia allargata”, che un tempo provvedeva ad alcuni compiti strettamente connessi con l’invecchiamento.
E’ cresciuto da un lato il numero delle persone anziane che vivono da sole o per le quali si sono attenuate, per motivi diversi, le possibilità tradizionali di aiuto e sostegno nell’ambito della famiglia, dall’altro è aumentato il numero di persone esposte al rischio di perdere la propria autosufficienza.
In questo scenario in divenire, un supporto importante al Sistema Sanitario Nazionale lo potrà dare l’assistenza sanitaria integrativa.
Si tratta di un servizio parallelo rispetto al Sistema Sanitario Nazionale, che si pone come tutela per tutto ciò che esula dalle prestazioni pubbliche, come visite e diagnostica ambulatoriale con scelta del medico, scelta dell’equipe chirurgica, camere a pagamento. Esistono dei fondi di questo tipo riservati a professionisti di settore oppure nati all’interno di grandi aziende o società.
Accanto al Servizio Sanitario Nazionale è consentita la sottoscrizione volontaria a dei fondi sanitari integrativi che consentono di usufruire di tutele su servizi medico-sanitari in qualità di privati all’interno del servizio pubblico. I fondi di questo tipo si rivolgono spesso a categorie specifiche di professionisti o a dipendenti di grandi aziende o società.
L’assistenza integrativa ha quindi delle potenzialità soprattutto in un periodo storico nel quale le certezze vengono meno. Secondo i risultati di un recente sondaggio commissionato ad Eurisko da Assidir, il 77% degli intervistati – pur con un diverso livello di convinzione – crede che il diritto alla cura non sarà garantito nei prossimi anni a causa della crisi. Anche la conoscenza delle modalità di erogazione dei servizi è particolarmente bassa: per esempio, nonostante il 75% degli interpellati abbia dichiarato di conoscerne l’esistenza, il 60% degli intervistati non sa che la copertura integrativa può essere sottoscritta dall’azienda.
Da parte degli operatori del settore – casse, fondi, società di mutuo soccorso – sono quindi necessarie due azioni: informazione e formazione nei confronti dei responsabili del personale delle aziende per comunicare nel modo più corretto i benefici ai propri lavoratori, e una maggiore collaborazione. Qui si apre anche un fronte legato a un salto di qualità sul tema della prevenzione da parte delle autorità sanitarie. In tal senso l’assistenza integrativa può giocare pienamente il ruolo di supporto al Ssn.