Dopo il lungo periodo di crisi iniziato nel 2008 cominciano ad affacciarsi i primi timidi indicatori positivi. Per le piccole e medie imprese del nostro Paese il peggio sembra essere passato visto che sono in miglioramento sia il giro d’affari sia la redditi, mentre sono in calo le insolvenze. Da sottolineare il dato rilevato da AIBA. Secondo uno studio dell’Associazione Italiana dei Brokers di Assicurazioni e Riassicurazioni, le imprese bene assicurate hanno resistito meglio alla crisi.
Il dato di AIBA è particolarmente significativo in quanto nonostante le statistiche dimostrino che un adeguato programma assicurativo metta al riparo le imprese dal rischio di default, le aziende italiane permangono sottoassicurate. Lo scarso ricorso allo strumento assicurativo è una cronica mancanza del mercato italiano.
Una copertura fondamentale come la Danni Indiretti che garantisce la copertura dei costi fissi da sostenere nei periodi di interruzione dell’attività è acquistata da meno del 10% delle imprese italiane.
Il dato assume particolare rilevanza se consideriamo che il 40% delle aziende colpite da una interruzione di attività superiore a 3 mesi, prive di copertura assicurativa Danni Indiretti, ha chiuso definitivamente l’attività entro 2 anni dalla tentata ripresa produttiva.
Quando si verifica un sinistro in un’azienda, ad esempio un incendio, il danno più evidente è costituito dal danneggiamento del fabbricato, degli impianti e dei contenuti dello stabilimento (Danno Diretto).
Oltre al danno materiale, l’azienda dovrà anche fronteggiare tutta una serie di ripercussioni sul proprio conto economico (Danno Indiretto). I Danni Indiretti (perdita di profitto, costi insopprimibili, spese straordinarie, riduzione del volume degli affari) sono pertanto molto più onerosi rispetti ai danni Diretti.
Secondo una ricerca del Comitato Europeo Assicuratori (CEA) se il Danno Diretto è pari a 100, il correlato Danno Indiretto è di circa 2,5 volte più grave.
La tradizionale scarsa propensione alla protezione delle PMI viene sempre più riequilibrata dall’intervento del broker che grazie alla sua terzietà e indipendenza svolge un ruolo decisivo nella messa in sicurezza del sistema produttivo.