LA VULNERABILITA’ DEI SISTEMI INFORMATICI DELLE IMPRESE E LE RICADUTE SULLA RETE DI FORNITORI

Al giorno d’oggi un attacco informatico o un qualsiasi inconveniente al sistema IT si trasforma in un problema di grandi dimensioni per le imprese. Problema che si moltiplica tenendo conto della crescente complessità e interconnettività delle reti di fornitori in un mondo globalizzato. Un rischio che viene ancora sottovalutato da troppo PMI.

Secondo i risultati di una ricerca di GFK Eurisko e Zurich, nel corso del 2015 è leggermente aumentata la preoccupazione delle piccole e medie imprese nei confronti del rischio cyber. È infatti salita all’8% la percentuale di PMI che considera questa tipologia di rischio una minaccia concreta per la propria azienda, rispetto al 4% dello scorso anno.

Nonostante la grande maggioranza di PMI indichino nello sviluppo delle vendite online, il principale fattore di crescita della propri impresa, solamente il 17% del campione pensa di essere esposto a rischi.

Insomma, il cyber risk non è certo il rischio più temuto dai piccoli imprenditori italiani che individuano, invece, nella sottrazione illecita di dati relativi alla clientela (25%) il pericolo più grave. Le PMI italiane temono molto anche l’interruzione del business (23,5%) e i danni reputazionali (11%), ma non si assicurano.

In generale, il 15% delle aziende ritiene di avere messo in atto politiche e adottato strumenti in grado di proteggere l’azienda da attacchi informatici.

Le preoccupazioni sono scarse anche per quanto riguarda la supply chain: lontani dal comprendere a pieno la complessità delle catene che sottendono al loro business, la maggior parte delle PMI ritiene di riuscire a gestire senza difficoltà eventuali intoppi, quali la perdita di un fornitore chiave.

Il motivo? Secondo la ricerca, le PMI italiane hanno un numero di fornitori più alto rispetto alle aziende di altri paesi e quindi un minore grado di dipendenza.