Le tensioni degli ultimi mesi hanno riportato al centro dell’attenzione il rischio terrorismo, coinvolgendo anche le aziende europee che sono diventate ormai degli obiettivi potenziali.
Ciò significa che le imprese devono imparare a gestire il terrorismo come un qualsiasi altro rischio, con azioni di prevenzione, informazione e trasferimento. Certo, l’intensità del rischio è diverso da Paese a Paese. Tuttavia, le minacce terroristiche sono considerate in aumento nella maggioranza dei Paesi.
In particolare, per l’Europa risulta in forte crescita il rischio del terrorismo di matrice islamica radicale. Nel solo 2015 le vittime di azioni terroristiche nel Vecchio Continente sono state superiori alla somma di quelle rilevati nei dieci anni precedenti.
Pur continuando ad essere i più sicuri al mondo, i paesi occidentali sono sempre più un obiettivo, in particolare Francia, Belgio, Turchia e Stati Uniti. È un terrorismo che cerca la visibilità mediatica e vuole infondere insicurezza e paura: per questo colpisce i civili in modo massivo, attaccando esercizi commerciali, luoghi di intrattenimento, hotel, mezzi di trasporto e hub ferroviari e aeroportuali.
Il controllo del territorio è fondamentale per contenere le minacce, anche perché si tratta di una forma tangibile di rassicurazione per la popolazione, ma i maggiori risultati si ottengono con forme di prevenzione.
Fare prevenzione del rischio terrorismo significa per i vari Paesi mettere in atto attività di penetrazione diretta o indiretta negli ambienti interessati, con i servizi di intelligence chiamati a intercettare flussi di comunicazioni e proselitismo per poi trasformare le informazioni raccolte in segnali di attenzione.
Per quanto riguarda invece le aziende, la protezione assicurativa è ormai indispensabile. Va ricordato che fino all’11 settembre 2001 la copertura terrorismo veniva generalmente inserita, gratuitamente, all’interno delle polizze All Risk Property, mentre dopo il crollo delle Torri Gemelle di New York, la copertura danni da attacco terroristico è stata rapidamente esclusa da tutte le polizze Property. In conseguenza di ciò è nato il mercato delle polizze stand alone sul terrorismo, sviluppato inizialmente dai Lloyd’s di Londra, che per primi hanno venduto polizze specifiche, con coperture per i danni ai beni e anche per le perdite di profitto.
Se nei primi anni queste coperture avevano premi altissimi per via della posizione pressochè monopolista dei Lloyd’s, nel corso degli anni i costi sono andati progressivamente riducendosi e oggi sul mercato sono disponibili, anche presso compagnie tradizionali, polizze stand alone con premi contenuti, ma anche con massimali molto alti.
Con il termine “terrorismo” si intende qualsiasi atto che sia mirato a destabilizzare il contesto socio-economico del paese, e in tal senso rientrano anche azioni di tipo politico o ambientalista verso aziende e associazioni. Non c’è, quindi, una definizione assicurativa di atto terroristico riconosciuta a livello mondiale: in genere viene definito “atto terroristico” l’azione violenta compiuta da una o più persone per ragioni politiche, religiose o ideologiche con l’intenzione di influenzare i governi o di creare situazioni di allarme e insicurezza diffusa tra la gente.
Si tratta di una descrizione ampia, piuttosto vaga: le coperture assicurative scattano nel momento in cui l‘atto subìto corrisponde a quanto descritto nella polizza. Se l’azienda ha un brand conosciuto, è in qualche modo associabile a simboli politici, sociali o ambientali, oppure si tratta di aziende operanti in specifici settori come stazioni o aeroporti, la copertura terrorismo è una priorità.
Legate al tema del terrorismo, si sono sviluppate anche le coperture RC Terzi destinate a società che posseggano o gestiscano luoghi che possano diventare un obiettivo, come stazioni o aeroporti. Se una azienda vuole tutelare i propri dipendenti, oltre alla polizza di responsabilità civile terzi può considerare la polizza infortuni, che include tra le voci coperte anche l’infortunio da terrorismo.
In alcuni paesi, più esposti ai rischi di terrorismo, si è dato vita a forme di riassicurazione per le compagnie specifiche. È il caso della Francia, della Spagna – che ha attivato il sistema in difesa dagli attentati separatisti dell’Eta -, degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Si tratta di schemi assicurativi e riassicurativi che garantiscono le compagnie dai grandi sinistri attraverso forme di mutualità e/o di contributo statale.