IL SETTORE MODA E I RISCHI CLIMATICI: LE SOLUZIONI ASSICURATIVE

A fronte dei cambiamenti climatici, la gestione dei rischi atmosferici è diventato un argomento delicato per il mondo delle imprese, in particolare per le aziende con produzione e profitto legati alla stagionalità.

Nel settore delle vendite al dettaglio, e in particolare nella moda, i guadagni possono essere fortemente influenzati dalle condizioni meteo anomale che modificano il comportamento dei consumatori con conseguente calo delle vendite e riduzione della redditività, incidono sulla logistica dei trasporti e sullo stoccaggio delle merci.

Per le aziende del settore moda sarebbe quindi auspicabile includere le previsioni atmosferiche nella gestione operativa. L’industria della moda italiana vive in particolare l’esigenza di una protezione globale e integrata, considerando che le attività produttive e di vendita sono spesso dislocate in aree diverse e che approvvigionamenti e forniture a livello internazionale devono essere garantite in tempi rapidi e in sicurezza.

Considerando che ci si trova in presenza di un’attività di business con una diversificazione geografica internazionale, la stabilità meteorologica in una sola regione non garantisce la continuità del business.

Gli sviluppi del settore aerospaziale e l’innovazione tecnico-scientifica in ambito big data consentono oggi misurazioni precise e corrispondenti ai rischi reali. L’analisi primaria comprende l’identificazione della volatilità dei profitti e/o della redditività e la raccolta dei dati storici delle vendite dell’azienda.

A questi dati economici vengono associati quelli meteorologici relativi ai luoghi di interesse per il business maggiormente esposti alle variazioni climatiche. Sulla base di questi elementi è possibile elaborare un indice meteorologico personalizzato, che rifletta le aree sensibili per il reddito dell’azienda, e determinare gli elementi costitutivi del contratto di assicurazione, quale ad esempio durata, massimali assicurati, livelli di ritenzione.

Quando l’indice eccede un valore predefinito, si attiva l’assicurazione e viene corrisposto l’indennizzo stimato anticipatamente in polizza. Questo approccio consente alle aziende un rapido processo di compensazione e una copertura globale dei rischi, che ha il vantaggio di essere personalizzata sulla base delle necessità e delle specificità di ogni cliente.

 

SEMPRE PIU’ AZIENDE ITALIANE INVESTONO NEI SOCIAL MEDIA

Secondo un’indagine condotta da Doxa cresce a ritmi molto veloci l’interesse delle aziende italiane per i social media. La presenza sui social non è più concepita come una vetrina utile a farsi conoscere, ma come uno strumento per dialogare in modo diretto con i clienti e i consumatori.

La comunicazione digitale diventa quindi sempre più essenziale per costruire e gestire nel tempo l’immagine corporate dell’azienda e raccontarla nella sua dimensione sociale, economica e finanziaria, anche agli stakeholder istituzionali.

Il campione di oltre 100 responsabili comunicazione di aziende private italiane e filiali italiani di multinazionali con un fatturato minimo di 50 milioni di euro, pensa che i social network sono lo strumento destinato, nell’arco dei prossimi cinque anni, ad acquisire maggiore importanza per l’impresa (67%), seguito dal sito web aziendale (58%) e dai blog (48%). Per contro, ben oltre la metà (64%) pensa che l’importanza dei media tradizionali rimarrà invariata o, addirittura, diminuirà.

La totalità delle aziende intervistate ha dichiarato di utilizzare i canali digitali per gestire la comunicazione corporate. In particolare, probabilmente per la natura fortemente relazionale di questa disciplina, lo strumento più utilizzato a tal fine è quello delle digital PR (72% dei casi), seguite a ruota dal sito web aziendale (69%). Ma i social media non sono da meno, con ben il 66% delle aziende che già comunica la propria dimensione istituzionale attraverso presidi attivi su Facebook (82%), Twitter (76%) e LinkedIn (62%).

Sono principalmente tre le ragioni che spingono le aziende a ritenere i canali digitali una risorsa irrinunciabile per l’affermazione della propria reputazione: In primis permettono di condividere più contenuti, con maggior frequenza e autonomia rispetto ai media tradizionali, più costosi e “selettivi”; in secondo luogo, per l’immediato accesso a feedback e insight provenienti dalla rete; terzo, più in generale, per la possibilità di accrescere la visibilità complessiva dell’azienda, affiancando ai canali di comunicazione tradizionali anche quelli digitali e aumentare così la share of voice.

Il ruolo crescente della comunicazione corporate digitale è confermato anche dall’importanza che i capi-azienda vi attribuiscono: l’89% presta molta attenzione alle potenzialità offerte dalla rete per costruire, consolidare e difendere la reputazione aziendale, e nel 59% dei casi hanno già aperto profili personali sui social media (Facebook 79%, LinkedIn 59% e Twitter 52%) per finalità puramente aziendali: ampliare il proprio network di contatti, creare opportunità di business e promuovere l’azienda in prima persona. Solo il 44% dei capi-azienda che ha aperto profili sui social media li gestisce personalmente: la maggior parte tende ad affidarsi a collaboratori fidati e specializzati, interni all’organizzazione o consulenti esterni.